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Film 2011

I film in concorso:

  • Le divinità della montagna di P. Volponi
  • Zebras on the move (La marcia delle zebre) di F. Gonzales Sitges
  • Ash runners (Sfida al vulcano) di B. Loyer
  • Apuane, le montagne d'acqua di V.Torri
  • Green  di P. Rouxel
  • Rift Valley, the great rift (La Rift Valley) di H. Pokieser e W. Koehler
  • Das kornfeld (Le storie segrete di un campo di grano) di J. Haft
  • Amazon alive (Amazzonia, la foresta vivente) di C. Baumeister
  • Voyage au bout de l'hiver (Viaggio al termine dell'inverno) di A. e E. Lapied
  • Aliens des fonds marins (Alieni dei fondi dei mari) di j. Julienne e J. Jackson

Le divinità della montagna

di Paolo Volponi, ITALIA

Il documentario è una storia di uomini e di stambecchi che incomincia sul pianoro del Nomenon, alla base della parete nord della Grivola, il cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso. Il Parco forma con il confinante parco francese della Vanoise, una delle aree protette più grandi e belle d’Europa. Eppure gli stambecchi non hanno sempre avuto vita facile su queste montagne: all’inizio dell’800 erano pressoché scomparsi ovunque sulle Alpi. Solo un centinaio di esemplari erano sopravvissuti alle fucilate proprio intorno alla Grivola. Da allora decenni di protezione hanno allontanato le minacce più incombenti come la caccia, il bracconaggio, l’espansione edilizia e l’invadenza dell’uomo. Pian piano gli animali hanno perso un po’ la loro diffidenza nei nostri confronti, tanto che oggi è facile osservarli impegnati nelle loro attività quotidiane, ricavandone una sensazione di intimità rara, unica, speciale. Quello del Parco del Gran Paradiso è ancora un mondo selvaggio, magnifico, eppure facilmente godibile, a due passi dalla nostra civiltà tecnologicamente avanzata. Il sogno di una convivenza armonica dell’uomo con la natura qui sembra ancora possibile. In realtà, è solo un’apparenza…



Zebras on the move

di Fernando Gonzales Sitges, SPAGNA

Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, le pianure del Masai Mara, nel sud del Kenya, diventano teatro della migrazione più famosa del pianeta. L’arrivo di oltre un milione di gnu attira predatori e animali spazzini da tutta la regione. È il più noto e straordinario spettacolo offerto dalla natura. Eppure, pochi sanno che l’avanguardia di questo esercito di erbivori in costante movimento, la prima mandria ad affrontare i pericoli della grande marcia, non è formata da gnu, ma da zebre. All’inizio di agosto le prime zebre arrivano sulle rive del Mara. Nelle acque del fiume si nascondono i giganteschi coccodrilli del Nilo, che possono raggiungere una lunghezza di oltre 5 metri e il peso di una tonnellata. Per la maggior parte dell’anno, questi rettili si nutrono principalmente di pesce, ma nei mesi di agosto e settembre si saziano di gnu, zebre e antilopi che attraversano il fiume. Nelle anse tranquille, gli ippopotami adulti non si preoccupano dei coccodrilli, dal momento che nessun rettile correrebbe il rischio di attaccarli. Ma per un piccolo che una grande femmina ha appena dato alla luce il pericolo è molto maggiore.

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Ash runners

di Bertrand Loyer, FRANCIA

La cenere incandescente di un vulcano soffoca la vita. Gli animali hanno due sole possibilità: fuggire dalla furia del vulcano o rimanere e adattarsi. Addirittura c’è chi è sorprendentemente attratto dall’area dell’eruzione, dove alcune creature si sono bene adattate all’ambiente ostile e sono pronte ad affrontarne le sfide. Il vulcano di cui il documentario parla è il “drago di Rabaul” e si trova in Papua Nuova Guinea, sull’isola di New Britain. Quando è dormiente, sul suolo fertilizzato dalle sue ceneri cresce una fitta foresta tropicale, dove sono di casa molti animali strani, come i pipistrelli della frutta che riposano a testa in giù, indifferenti ai brontolii del vulcano. Ma per uno degli strani percorsi della selezione naturale, in queste isole c’è una creatura che addirittura sfrutta il vulcano per riprodursi. E’ il megapode, un bizzarro uccello simile a un animale preistorico, per il quale il rombo del vulcano rappresenta un invito. La femmina utilizza infatti la cenere calda come incubatrice naturale per le sue uova che dopo averle deposte e interrate le abbandonano al proprio destino.

 

Apuane, le montagne d'acqua

di Valter Torri, ITALIA

Nate dal mare, le Alpi Apuane ancora oggi mantengono con l’acqua un rapporto privilegiato e inscindibile. Originate dall’innalzamento di una barriera corallina, queste cime, che sfiorano i duemila metri di altezza, sono caratterizzate da numerosi microclimi dovuti a una forte e costante umidità favorita dalla vicinanza del mare. In ogni stagione, infatti, il prezioso elemento liquido, sotto forma di neve, ghiaccio, pioggia e dense foschie, ricopre e avvolge la superficie e penetra le viscere di questi straordinari rilievi, spesso fuoriuscendone dai ripidi pendii con imponenti fiumi e impressionanti cascate. La presenza di una così elevata umidità consente la vita di numerose specie animali e vegetali, che si sono adattate ad un ambiente particolarmente severo, ma sempre più minacciato dall’intensa attività di estrazione del marmo.

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Green

di Patrick Rouxel, FRANCIA

Il suo nome è Green ed è sola in un mondo che non le appartiene. Green è una femmina di orango vittima della deforestazione e dello sfruttamento delle risorse. Il film racconta, con emozione e partecipazione, il suo ultimo giorno di vita. Il lento trascorrere del tempo è anche l’occasione per illustrare i tesori della biodiversità della foresta in contrasto con l’effetto devastante del disboscamento e della piantumazione di palme da olio.

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Rift Valley, the great rift

di Harald Pokieser e Walter Koehler, AUSTRIA

Quando, circa 30 milioni di anni fa, il fuoco che ardeva nelle profondità del pianeta eruppe dalla crosta terrestre, creò le basi di un paese magnifico. Mentre i blocchi di una massa continentale frammentata si allontanavano, le crepe del continente africano continuarono ad allargarsi, formando infine una spaccatura lunga e profonda che oggi si estende ininterrotta dalla valle del Giordano, attraverso il Mar Rosso, fino alle pianure dell’Africa orientale. La ricchezza di piante e animali di questa regione, non ha uguali al mondo. Questa terra che è un paradiso di vita è anche la culla dell’umanità. La Great Rift Valley si estende per oltre 6.000 chilometri, da Israele al lago Malawi. A circa metà strada, nell’Africa orientale, si divide in due rami. Il ramo orientale è il più famoso: una catena di gole, laghi e vulcani, dal nord del Kenya al sud della Tanzania. In nessun altro luogo del pianeta fuoco e ceneri hanno creato tanta stupefacente bellezza, la più fantastica opera d’arte della natura. Dalla vetta del Kilimangiaro alle pianure del Serengeti, la Great Valley è il regno degli animali.

 

Das kornfeld

di Jan Haft, AUSTRIA

Un campo di grano d’inverno è solo un’arida e brulla distesa grigia. Ma cosa sappiamo della vita che animerà quello che nella stagione fredda sembra un deserto? Nei paesi industrializzanti dell’Occidente, i campi di cereali occupano gran parte dei terreni rurali. Eppure un campo non è solo un’area destinata a produrre cibo, ma è anche una terra piena di segreti. Alcuni dei suoi abitanti sono nocivi e altri utili: lepri, criceti, rospi, insetti e uccelli sembrano trovarsi a loro agio anche nei campi ancora spogli. Ma con la semina, in ogni metro quadrato di terreno cadono 300 chicchi di grano. Dopo due sole settimane, spunta un esercito di piantine... In pochi giorni, la terra bruna si è trasformata in un campo verde: questo significa che il campo di grano, in realtà, è una prateria creata dall’uomo... Cosa prometteranno i rossi papaveri ai bordi del campo?

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Amazon alive

di Christian Baumeister, GERMANIA

L’Amazzonia è il luogo della più sorprendente e impareggiabile biodiversità. In questa regione del Sud America la lotta per la sopravvivenza ha creato una straordinaria varietà di animali e piante. Nuove forme di vita compaiono e svaniscono prima che sia possibile studiarle. Ci sono voluti secoli per svelare i segreti dell’Amazzonia e questo perché, pur considerandola un paradiso terrestre, l’uomo l’ha temuta come una sorta di inferno verde. Buia, minacciosa, sinistra… Era questa l’opinione degli Europei sull’Amazzonia. Perfino i naturalisti più coraggiosi vi penetravano a malincuore, con la convinzione di intraprendere un viaggio nel cuore delle tenebre. Con i suoi otto milioni di chilometri quadrati, la foresta amazzonica si estende su nove stati. Si direbbe che brulichi di animali. Ma sotto la sua volta è un mondo dominato dalle piante. Nonostante l’aspetto rigoglioso, la foresta impone ai suoi abitanti condizioni di sopravvivenza molto difficili. Le specie che vivono qui sono innumerevoli, ma ognuna conta un ridotto numero di individui altamente specializzati. Le creature di grandi dimensioni sono molto rare.

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Voyage au bout de l'hiver

di Anne e Erik Lapied, FRANCIA

Il documentario è la storia di Anne e Erik e dei loro molti inverni trascorsi sulle montagne della Valle d’Aosta a filmare gli animali selvatici. Uno di questi inverni però non lo scorderanno mai, un inverno così rigido che i due hanno dubitato spesso della propria capacità di resistere lassù, immobili, in un villaggio sotterrato dalla neve e dal gelo, prima di potere ridiscendere a valle. All’estremità della valle, dall’alto dei suoi 4061 metri, la cima del Gran Paradiso veglia e insieme, spaventa: in Valsavaranche la montagna è incombente. Le immagini, si sa, raccontano meglio delle parole: vedremo quindi Anne e Erik stabilizzare il treppiede, filmare, evitare di congelarsi le dita, finire la sequenza degli stambecchi, continuare il film cominciato tre anni prima. La montagna cambierà ancora le carte in tavola e i due coraggiosi cineasti sapranno adattarsi alle nuove intemperie. È sempre la montagna ad avere l’ultima parola.

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Aliens des fonds marins

di Jerome Julienne e John Jackson , CANADA

Da sempre, le grandi piovre che si possono incontrare nelle acque dell’Oceano Pacifico, ispirano disgusto e terrore. Appaiono come creature viscide, capaci di risalire dal fondo del mare per attaccare le navi e trascinare i marinai sfortunati verso gli abissi neri dell’oceano. Ma le piovre sono davvero quei mostri maligni, crudeli e dall’intelligenza spaventosa? E che cosa dire dei piccoli polpi dei nostri mari? Sono anch’essi animali temibili e disgustosi? Queste sono naturalmente tutte dicerie, ad eccezione di quella relativa alla loro intelligenza: infatti piovre e polpi possiedono ben 9 cervelli, uno centrale estremamente dotato e altri otto, uno per ogni tentacolo.
Sono dunque creature straordinarie: niente scheletro, una testa senza corpo dalla carne molle ed elastica, otto braccia robuste, tre cuori, nove cervelli. Nascoste sott’acqua dalla notte dei tempi, si sono evolute parallelamente all’uomo. Seguendo gli esperimenti condotti da tre prestigiose équipe scientifiche, il documentario va alla scoperta della forma di vita intelligente più incredibile del nostro pianeta.

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